mercoledì 22 aprile 2009

Fotografia e intercultura

La nostra società è sempre più multirazziale e multiculturale. Il termine multiculturalità indica l’esistenza, su un territorio, di molteplici culture mentre il termine interculturale riguarda un progetto di interazione tra le parti. Una società multietnica è quindi un sistema sociale in cui convivono soggetti con identità etniche diverse: con ciò s’intende l’appartenenza consapevole ad un gruppo che condivide uno spazio geografico di provenienza, una comune discendenza, una cultura condivisa, siano essi reali o socialmente costruiti. Così possiamo dire che la società del futuro è una società multietnica e quindi razze, religioni e culture diverse devono imparare a convivere e a rispettarsi. Sono più di 2 milioni gli adulti stranieri in Italia e quasi 250.000 gli alunni stranieri nelle nostre scuole. Da paese di emigranti l'Italia è diventata, in modo rapidissimo, paese di immigrazione. E' necessario però uno sforzo comune: la nostra società deve diventare sempre più interculturale, cioè sempre più propensa allo scambio e all'interazione, pur nel rispetto delle rispettive culture.


ATTIVITA' Attraverso massimo dieci immagini descrivi gli aspetti che mettono particolarmente in evidenza la trasformazione della società in società interculturale. Conoscere la storia, la lingua, la cucina, i giochi, gli alfabeti dei paesi d'origine di bambini e ragazzi venuti da lontano e che sono ora seduti nel banco accanto o abitano nello stesso quartiere è un punto di partenza importante per cominciare a costruire il dialogo tra le culture.
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ATTIVITA' La mostra fotografica "Lavoratori stagionali: i frutti dell'ipocrisia" di Medici Senza Frontiere, visitata nella tua scuola, ha messo in evidenza un concetto sbagliato di integrazione. Realizza un manifesto per Pubblicità Progresso in cui suggerisci il giusto significato di integrazione, cioè intesa non come inglobamento, annullamento della cultura ritenuta più debole e marginale ma integrazione intesa come dialogo, confronto e crescita.

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Fotografia e narrazione.Lo storyboard

Chance Meeting, 1969, Duane Michals


ATTIVITA' Sviluppa una storia attraverso una sequenza di 7 immagini.
Esercitiamo la nostra sintassi fotografica. Con poche immagini dovremo essere in grado di sviluppare una storia dal significato logico. Non basta una semplice successione di immagini, come la scomposizione di una azione, ma è necessario approfondire il nesso causa-effetto, o la sequenza spazio-temporale. Si può utilizzare qualsiasi tecnica (bianco e nero, polaroid, digitale) purchè la tecnica sia giustificata dal risultato: ad esempio userò bianco e nero e colore per evidenziare una contrapposizione tra passato e presente. L'importante è essere essenziali nella scelta delle immagini da realizzare, in quanto ognuna di esse deve rappresentare un momento decisivo per la ricostruzione della storia.
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Un artista che ha fatto delle sequenze il suo modo di lavorare è stato
Duane Michals. Egli usa la fotografia per entrare nei mille aspetti della nostra psiche: sequenze, attimi fuggenti rincorsi nel loro dipiegarsi e contraddirsi.

Fotografia e storia dell'arte. Ri-creiamo le opere d'arte celebri







ATTIVITA' Re-interpretiamo le opere d'arte celebri, ricostruendole. Per svolgere quest'attività di laboratorio c'è bisogno delle nostre conoscenze di storia dell'arte e... di tutta la nostra creatività. In fondo anche i grandi artisti usavano i modelli ed è proprio quello che faremo noi nel nostro laboratorio fotografico. Scegliete un'opera d'arte e cercate di ricostruirla rispettando la luce, i personaggi, i costumi, la scenografia scelta dall'autore. Cercate di ricreare la stessa atmosfera attraverso uno degli schemi di luce che già conoscete, ma soprattutto approfondite lo studio dell'autore e dell'opera d'arte scelti, in quanto riuscirete ad effettuare una ricostruzione più efficace. Inserisci le tue immagini su Flickr
Un'autore che ha interpretato le opere d'arte con il travestimento è YASUMASA MORIMURA, eclettico artista giapponese.


Si può interpretare un'opera d'arte in un altro modo, cercando di coglierne solo e semplicemente il messaggio, cambiando il contesto spazio-temporale.

Duane Michals - The Annunciation

Fotografia e guerra





Non appena l’evoluzione tecnica permise di ottenere immagini con tempi di posa relativamente veloci e ottenere sviluppi o stampe tramite laboratori “trasportabili”,i fotografi rivolsero il loro interesse nei confronti della guerra. La“materia prima”, oggetto della rappresentazione, non è stata mai scarsa: in ogni momento e in diversi angoli del mondo c’è sempre una guerra e, quindi, anche un fotografo disposto a documentarla a rischio della vita. Dal 1850, data della guerra di Crimea, ad oggi sono cambiate diverse cose, come l’attrezzatura che il fotografo usa o la varietà dei mezzi d’informazione attraverso cui l’immagine si diffonde, ma probabilmente non è cambiato l’uso e la manipolazione da parte del potere nei confronti delle immagini di guerra. I Governi si resero presto conto dell’enorme peso che la visione di immagini dal fronte potevano avere nei confronti dell’opinione pubblica: non più solo l’immagine, riportata nei quadri, di atti di eroismo,di sprezzo del pericolo del salvatore della Patria, ma anche campi di battaglia devastati e pieni di cadaveri, la sofferenza dei feriti civili, le condizioni dei profughi. Le immagini della morte vengono viste da cittadini lontani dal fronte e le immagini creano disturbo nella tranquilla vita delle cittadine di provincia. Il Potere può vietare quindi di fare fotografie nei campi di battaglia, oppure l’organo preposto può decidere quale situazione far fotografare oppure no, scortando i fotografi. Peggio ancora, può manipolare l’immagine, aggiungendo o cambiando una didascalia, trasformando un uomo che difende la sua terra in un fanatico religioso. Questo accade anche nelle democrazie occidentali. Diversi sono i modi di coinvolgimento della fotografia in guerra: dalla fotografia dalla trincea a un certo tipo di fotografia politicizzata, in cui il fotografo cerca di dare un contributo alla soluzione di un problema,oppure usando semplicemente Flickr.A proposito di fotogiornalisti, guardate questo video in cui viene raccontato il lavoro di due fotografi impegnati a Gaza durante l'ultimo conflitto.

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ATTIVITA' Scarica la webquest su Robert Capa

sabato 18 aprile 2009

Fotografia ed ecologia. L'uomo modifica il paesaggio


La fotografia di un paesaggio non è importante solo perché restituisce l'immagine di un paesaggio dandoci così modo di riflettere sulle sue componenti visive, ma perché quel determinato paesaggio è espressione di una storia, di una popolazione, di una cultura cosciente di tutti quei fattori di tipo evocativo che spingono un uomo a volerlo fotografare. Purtroppo il nostro paesaggio lentamente, di giorno in giorno, sta cambiando a causa dell'azione dell'uomo. Per fortuna non sono sempre azioni negative e, talvolta, esse hanno anche delle finalità ecologiche ma il paesaggio e il territorio subiscono spesso conseguenze disastrose. L'esempio dell'energia eolica salta subito agli occhi: non è certo una bella vista quella che si presenta quando percorriamo le nostre campagne.

Un grande fotografo di paesaggio è stato Ansel Adams, Famoso per le sue foto in bianco e nero di paesaggi dei parchi nazionali americani e come autore di numerosi libri di fotografia, compresa la sua trilogia di manuali di tecnica.


Puoi trovare qui alcuni spunti e consigli per fare una fotografia di paesaggio emozionalemnete valida.
ATTIVITA' Fotografa "le violenze" che ha subito il paesaggio per mano dell'uomo. Insersci le tue immagini su Flickr, ipotizzando interventi migliorativi sulle immagini stesse, usando Photoshop. Nel caso di deturpazioni, gli studenti potrai ripristinare "virtualmente" l’armonia nel paesaggio (es. eliminando una ciminiera, cambiando il colore di una facciata, modificando un’insegna…). Allo stesso modo potrai valorizzare ulteriormente gli elementi di bellezza presenti in quello scenario (es. inserendo un’illuminazione adeguata, ipotizzando una piantumazione floreale, predisponendo un pannello descrittivo …).